Speciale per Refrigera 2021 – vieni a trovarci allo stand F06 il 3-5 novembre 2021  presso Bologna Fiere

Il freddo artificiale è un fenomeno che, anche se relativamente recente (i primi frigoriferi domestici risalgono agli anni 30), è rapidamente entrato a far parte della nostra vita quotidiana, soprattutto nelle economie avanzate.

Le persone si aspettano che l’aria condizionata renda confortevoli le case, gli uffici, le auto e gli spazi pubblici.

La maggior parte del cibo del mondo è refrigerato o congelato in almeno un punto della sua catena di produzione e distribuzione.

Anche i medicinali, fra cui i vaccini, necessitano di refrigerazione.

Tante industrie essenziali come l’acciaio, i prodotti chimici e la plastica dipendono direttamente dal raffreddamento per la produzione di beni.

I data center e Internet poi, privi del freddo artificiale, crollerebbero in pochi minuti.

La “domanda di freddo” per tanti anni è così cresciuta in sottofondo riuscendo ad emettere, proprio come un condizionatore, poco più di un ronzio.

Solo ultimamente ci siamo accorti della vera entità di una crisi, il cosiddetto “Cold Crunch”, ormai fra le più critiche dell’intero settore energetico, seconda solo ai combustibili fossili.

I soli Stati Uniti consumano per il raffreddamento degli ambienti più energia di quanta ne consumi l’Africa. In totale. [immagine dati]

Per capire meglio, guardiamo i dati.

Ad oggi il solo raffreddamento degli ambienti è responsabile annualmente del 2% delle emissioni totali, quasi 1 miliardo di tonnellate di CO2, su 40 totali.

Il raffreddamento di auto, furgoni, bus e camion merci – i cosiddetti condizionatori mobili – si attesta a circa 420 milioni di tonnellate annui, poco più dell’1%.

Il raffreddamento dei data center che archiviano ed elaborano il traffico Internet in tutto il mondo supera il miliardo di tonnellate, più del 2%.

E i numeri attuali sono solo una piccola parte, infatti il settore dell’HVAC rimane e rimarrà ancora a lungo un sorvegliato speciale di governi di tutto il mondo importante settore energivoro.

UNEP e IEA individuano che la domanda di raffreddamento, e quindi le emissioni, sono predominanti nei periodi che già presentano picchi molto importanti, che sono appunto quelli più caldi, e che per sopperire a questi picchi si debba ricorrere, anche nei paesi avanzati, soprattutto ai combustibili fossili.

Infine, l’aumento del tenore di vita nei paesi emergenti con temperature più elevate (circa un terzo della popolazione mondiale) si stima che causerà nel corso del prossimo decennio, entro il 2030, un raddoppio della domanda di raffreddamento.

Mentre il clima si riscalda, la crescente domanda di raffreddamento crea più riscaldamento, risultando in un circolo vizioso distruttivo.

C’è ben poco da stare freschi, verrebbe da dire.

Ci dà uno spunto la stima sul valore del piano di investimenti europeo del Green New Deal. Nei corridoi si parla di *almeno* un trilione di euro solo per il prossimo decennio.

L’HVAC è unicamente destinato, proprio per il livello di criticità, ad essere uno dei protagonisti più importanti dell’imminente Transizione Energetica/Ecologica, e quindi anche dei grandi investimenti necessari per portarla a compimento.

E siccome il 70% delle emissioni del freddo artificiale è dovuto al solo consumo energetico, è evidente che la partita si giocherà, prima di tutto il resto, sugli investimenti in maggiore efficienza.

Sul mercato la maggior parte degli acquisti, sia industriali che domestici, purtroppo si registra ancora su unità di raffreddamento che sono fino a due o tre volte meno efficienti e più inquinanti delle soluzioni migliori, che oltre a essere meno dannose sono spesso anche più economiche (se si tiene conto dei benefici e dei tagli ai costi).

Quindi è naturale aspettarsi che governi ed enti regolatori continueranno, come già fatto, a spingere l’asticella verso il basso, emanando sempre nuovi standard di efficienza e regolamenti per rientrare negli obiettivi di riduzione delle emissioni messi in moto dall’accordo internazionale di Parigi.

Tutti i player del settore dovranno cavalcare la tendenza, continuando a sviluppare design e sistemi aggiornati, adottando il più possibile componenti (fra cui i motori elettrici) sempre più efficienti e soluzioni di deumidificazione innovative.

Improbabile però che gli elevati livelli di efficienza dei paesi avanzati trovino la stessa fortuna nei mercati meno sviluppati, a causa della bassa disponibilità di apparecchiature e costi iniziali elevati.

La situazione quindi è chiara, ma rimane complicata da gestire e, anche se le soluzioni non mancano, per non perdere questa grande opportunità servono piani all’altezza della sfida.

Seipee lavora costantemente per supportare i propri partner, anticipando le tendenze del mercato con approccio innovativo per incontrare le necessità di un settore complesso e in rapida evoluzione come quello della refrigerazione industriale.

La nostra offerta è diversificata e pragmatica e senza compromessi, personalizzando al massimo il prodotto in funzione delle esigenze applicative.

Vogliamo fare la nostra parte, e l’unico modo che ci è disponibile è quello di sostenere i protagonisti di questa sfida.
In occasione del Refrigera 2021, che si terrà l’ 3-5 Novembre, presso Bologna Fiere,  presenteremo la nostra offerta specifica per questo settore.

Se vuoi scoprire di più sulle famiglie di motori elettrici Seipee più consigliate per unità di raffreddamento, vieni a trovarci allo Stand F06 . 

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